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La violenza nelle relazioni lesbiche: la Lesbian Battering

Cos’è la Lesbian Battering?

La violenza domestica (IPV) è stata considerata come una questione di genere, risultato di tradizioni patriarcali, facendone derivare una spiegazione secondo la quale riguarderebbe solo le donne eterosessuali, vittime dei propri uomini. L’elemento chiave dell’abuso, invece, non è rappresentato dal genere o dall’orientamento sessuale dell’offender ma dal bisogno di controllare la vittima e manipolarla. La violenza nelle relazioni lesbiche è un argomento poco trattato ma esistente.

Il fenomeno della violenza domestica riguarda infatti le relazioni intime indipendentemente dallo stato civile, età, genere e orientamento sessuale delle coppie.

Con lesbian battering “lesbica battuta”, si fa riferimento alla condizione vissuta da una donna vittima della propria partner. Una donna che subisce comportamenti violenti, nello specifico abuso emotivo, intimidazioni, minacce, violenza fisica, sessuale e psicologica, diventando oggetto di controllo e manipolazione dell’altra.

Inoltre, vengono perpetrati: abuso intellettuale ovvero manipolare la partner attraverso insinuazioni; abuso spirituale, esprimere dei pregiudizi riguardo al credo dell’altra; abuso economico, chiedere soldi e costringerla al proprio mantenimento; l’isolamento, mettere in atto una serie di comportamenti per creare dipendenza e isolarla dal resto.

Lesbian Intimate Partner Violence: the Double Closet

L’interesse degli studiosi riguardo alla Lesbian Intimate Partner Violence inizia nel 1986, con la pubblicazione del libro di Kerry Lobel, Naming the Violence: Speaking Out about Lesbian Battering. Senza dubbio le relazioni violente tra donne sono sempre esistite ma il testo ha reso noto tale fenomeno, permettendo di contrastarne la negazione.

Nonostante i dati di diverse ricerche mostrino alti livelli di violenza nelle coppie lesbiche, così come nelle coppie gay, il fenomeno è sottovalutato. Tale dato è anche attribuibile ai pregiudizi eterosessisti e alla convinzione che l’eterosessualità sia normativa rispetto all’omosessualità.

Secondo l’opinione pubblica, i partner dello stesso sesso sono fisicamente bilanciati e vi è una distribuzione equa del potere, banalizzando la gravità dei maltrattamenti.

La vergogna e il silenzio fanno sì che la scelta di parlare di quanto vissuto assuma la definizione di the Double Closet ovvero un doppio svelamento. Un momento di stress dovuto alla dichiarazione sia del proprio orientamento sessuale sia dei vissuti violenti dovuti alla relazione malsana. Molte donne sono dunque “doppiamente chiuse” nel proprio orientamento sessuale e nel dolore dovuto all’abuso.

Qualche dato

E’ difficile ottenere delle stime accurate sulla Lesbian Intimate Partner Violence, i ricercatori fanno riferimento a campioni piccoli poiché trovano difficoltà nel reperire donne lesbiche disposte a partecipare alle ricerche. I soggetti contattati spesso lo sono attraverso reti sociali e di amicizia.

Il fenomeno della violenza tra lesbiche, nonostante ciò, è ampio e sembra avere tassi di prevalenza che variano dal 25% al 50% rispetto alla popolazione omosessuale.

Da alcuni studi emerge che una percentuale tra il 30% e il 40% delle partecipanti è coinvolta in una relazione in cui almeno una volta vi è stata violenza fisica, sotto forma di schiaffi e spintoni; violenza sessuale tra il 7% il 55%, attraverso baci forzati, carezze al seno e alle parti intime, penetrazione anale, orale e vaginale; i tassi di vittimizzazione arrivano all’80% quando è valutata la violenza psicologica e verbale ovvero il subire minacce, urla e insulti.

Perché le donne lesbiche rimangono in una relazione violenta?

Molto spesso la paura più grande risiede nella minaccia di outing dalla propria partner, ossia lo svelamento dell’orientamento sessuale della vittima alla famiglia, agli amici o ai colleghi di lavoro. Ne derivano forti stati di paura e disagio, soprattutto se la vittima non ha fatto coming out, riferiti al timore di perdere il lavoro, la stima della famiglia e di altre persone importanti.

La percezione della mancanza di supporto e il terrore di non essere accettati per il proprio orientamento sessuale fanno sì che la relazione violenta continui. Inoltre, in alcune relazioni la vittima è dipendente emotivamente dalla propria carnefice sentendosi impossibilitata a distaccarsene.

Ne deriverà che le vittime rimarranno sole a vivere una relazione disfunzionale, subendone le conseguenze devastanti sia fisiche sia emotive.

Il sostegno dal punto di vista sociale e psicologico, permette di comprendere la natura del rapporto disfunzionale e a riconoscersi come vittime. Acquisire la consapevolezza di quanto subìto le aiuta a realizzare che un cambiamento sia possibile elaborando e superando i propri vissuti.

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Dott.ssa Alessandra Faraci - Psicologa

Sono una psicologa iscritta all’ Ordine della Regione Sicilia con il n° 10182 – A. Svolgo la mia libera professione a Palermo. Mi occupo di consulenza psicologica, sostegno e supporto psicologico individuale e di coppia, inoltre di Consulenza a Seduta Singola, un metodo che permette di offrire un aiuto immediato risolvendo, spesso, le problematiche in un unico incontro.