Tra le varie forme di violenza consumate all’interno delle mura domestiche quella psicologica risulta la più subdola e perfida poiché è difficile percepirla e dimostrarla. Infatti i segni e le conseguenze non sono facilmente identificabili allo stesso modo di quelli relativi alla violenza fisica.
Una violenza “invisibile”, dunque, sottile, che non lascia lividi ma che ferisce ugualmente e provoca danni alla vittima.
In cosa consiste la volenza psicologica?
La violenza psicologica è trasversale alle altre tipologie di violenza comprende tutti quegli atteggiamenti e comportamenti, agiti sia in pubblico che in privato, di umiliazione, denigrazione, svalutazione, colpevolizzazione, insulti, ricatti, accuse che intimoriscono e mortificano l’altro. Azioni lente ma continue di disistima su diversi aspetti della persona, come per esempio il ruolo sociale, l’aspetto fisico, i comportamenti, il modo di parlare, la propria formazione professionale, il tipo di lavoro svolto, facendola sentire inadeguata e stupida, inducendola a giustificarsi, a scusarsi e sentirsi in colpa.
Lo scopo di questi comportamenti di sopraffazione è quello si controllare la vittima, di isolarla e di ledere la sua autostima.
La violenza psicologica: il fenomeno del Gaslighting
Il termine Gaslight, tradotto “illuminazione a gas”, trova le proprie origini nel 1938 da un’opera teatrale inglese incentrata su un rapporto di coppia disfunzionale. Nel 1944 G. Cukor produce con lo stesso nome e con la stessa tematica un film tradotto in italiano con il titolo Angoscia.
La trama si basa sugli atti manipolativi del marito nei confronti della moglie. Egli metteva in atto numerose e infime azioni, come abbassare o innalzare le luci della lampada (appunto gaslight) o spostare degli oggetti, attribuendo tali fenomeni a delle allucinazioni visive della partner. Negando del tutto il proprio coinvolgimento, così da indurla a dubitare di sé stessa e mettere in serio pericolo la sua sanità mentale.
Una manipolazione mentale, dunque, attraverso la quale il manipolatore fa dubitare la vittima della propria percezione della realtà e delle azioni messe in atto fino ad indurla a pensare di avere sviluppato un disturbo psichico da non consentirle di vivere un senso di realtà integrato.
Diverse tipologie di manipolatori
La letteratura scientifica presenta tre tipologie di manipolatori:
- il manipolatore affascinante che con charme e classe seduce ed influenza la vittima quasi imponendo il proprio ascendete sulla stessa;
- Il bravo ragazzo, colui che si comporta in maniera premurosa, anche in modo ossessivo nei confronti della vittima, convincendola del fatto che stia agendo per il suo bene e per la sua sicurezza;
- Il persecutore che si distingue dagli altri per l’aggressività e l’ostilità dei propri comportamenti che influenzano le decisioni e le volontà della vittima.
La vittima attraverserà tre diverse fasi che la vedranno all’inizio, ancora sicura di sé e delle proprie capacità, mettere in dubbio le affermazioni del manipolatore cercando di contrastarlo. I dialoghi tra i due partner saranno ostili e destabilizzanti tanto da iniziare a confonderla e a disorientarla.
Nella seconda fase cercherà di convincerlo della non veridicità degli eventi accaduti, provando ad instaurare un dialogo e investendo tutte le proprie energie affinché qualcosa possa cambiare.
Infine, preso atto che tutti gli sforzi sono stati vani si convincerà pian piano che tali affermazioni corrispondono a verità.
Il fenomeno della violenza psicologica è un fenomeno presente sia nelle coppie eterosessuali e sia in quelle omosessuali. Ricerche scientifiche, inoltre, dimostrano che è una tipologia di violenza agita più dalle donne che dagli uomini nelle relazioni conflittuali.
Quali conseguenze vive la vittima di violenza psicologica?
La violenza psicologica è una forma di maltrattamento che provoca conseguenze nella vittima altrettanto devastanti come quella fisica e sessuale. Le vittime oltre a perdere la fiducia in sé stesse, provano paura, vergogna, un senso di impotenza e sensi di colpa. Possono vivere stati di ansia e di depressione e soffrire di Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD).
Quando si subisce violenza psicologica spesso non ci si rende conto di esserne vittima, si pensa di vivere un rapporto di coppia conflittuale e di potere risolvere le dinamiche relazionali contrastanti . Un percorso psicologico aiuta la vittima a prenderne coscienza e a prevenirne le conseguenze.
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